Tutti i fenomeni meteorologici in cui puoi incappare in volo
In ogni caso, sappi che l'aereo è considerato il mezzo più sicuro
C'è una cooperazione solida fra ICAO e WMO per la sicurezza del volo
Non è di certo un fatto nuovo che l'aereo, benché i classici triti e ritriti pregiudizi, sia considerabile in assoluto il mezzo di trasporto più sicuro. Ciò è naturalmente possibile grazie a molteplici fattori, tra cui l'utilizzo di un codice universale per la trasmissione e per la conseguente decrittazione dei bollettini meteorologici, valido per tutti gli aeroporti del mondo, a prescindere dalla pertinenza linguistica, dalla cultura e dalle diverse origini; tale misura è frutto della solida cooperazione tra due importantissime organizzazioni mondiali per la sicurezza in volo, l'ICAO (l'Organizzazione Internazionale per il Trasporto Aereo Civile) e la WMO (l'Organizzazione Mondiale per la Meteorologia).
Nel nostro paese il compito di fornire i bollettini meteorologici spetta all'Aeronautica Militare e ad ENAV (l'Ente Nazionale per l'Assistenza al volo) per gli aeroporti di competenza. Le cosiddette previsioni meteorologiche invece prescindono dal controllo visivo ed obiettivo del personale addetto e dalle valutazioni delle stazioni meteo opportunamente presenti negli impianti aeroportuali. Questo genere di informazioni è a disposizione di tutto il personale di comando che, al fine di garantire sicurezza in tutte le fasi di volo dovranno tenere conto non soltanto delle condizioni metereologiche riscontrabili nell'aeroporto di partenza, ma anche lungo la rotta e per naturale ovvietà anche rispetto all'aeroporto di arrivo.
Quali sono i fenomeni che possiamo incontrare?
Cominciamo dal fenomeno più frequente: il temporale. Esso è tecnicamente una perturbazione di durata limitata, che può essere interessato occasionalmente dalla presenza di lampi e tuoni, e più frequentemente da raffiche di vento, pioggia o grandine. Durante la fase di decollo (e allo stesso modo, anche in quella di atterraggio), tenuto conto dell'esperienza dei piloti e in relazione all'intensità con cui si manifesta un fenomeno meteorologico di questo genere è letteralmente possibile farvi breccia, attraversandolo realmente; in volo questa operazione è invece da evitarsi e ove dovesse porsi la necessità di imbattersi in un temporale, si riuscirebbe a prevenire ogni possibile avvicinamento al medesimo, grazie agli avvisi informativi via radio ma soprattutto grazie ai meteo radar installati sul muso degli aeromobili, in grado di percepire la presenza di un temporale anche a diversi chilometri di distanza.
In caso di esposizione a basse temperature è una conseguenza più che possibile la formazione di uno strato di ghiaccio che può interessare tanto le ali quanto i sensori rinvenibili all'esterno dell'aeromobile. Onde evitare complicazioni di questo genere, ancor prima di decollare, gli aeromobili effettuano una procedura de-icing (locuzione anglofona che corrisponde letteralmente all'italiano sghiacciamento); in buona sostanza attraverso speciali mezzi presenti negli aeroporti viene spruzzato un liquido antighiaccio sull'aeromobile che ne previene efficientemente la formazione. Tra i possibili rischi in cui si può incorrere a causa dell'esposizione dell'aeromobile a basse temperature (e nel caso in cui naturalmente non si provveda preventivamente ad evitare la formazione di ghiaccio) vi è la possibilità di ostacolare il movimento di alcune superfici mobili come flap, alettoni e timone di coda, di ghiacciare i sensori al punto di indurli a trasmettere errate informazioni agli strumenti di bordo, oltre che di appesantire nel vero senso della parola il mezzo.
Altro fenomeno meteorologico piuttosto frequente e per cui è indispensabile una costante attività di monitoraggio per garantire la sicurezza in volo è senz'altro la nebbia. In base alla visibilità, spesso compromessa da questo fenomeno, si statuisce se si può decollare o atterrare in sicurezza; tuttavia, benché autorizzati al decollo (o all'atterraggio) sia il personale di comando che gli aeromobili dovranno essere certificati per operare un atterraggio strumentale con pilota automatico, specie nel caso in cui la visibilità durante il volo potrebbe essere molto scarsa.
Un fenomeno particolarmente poco caro ai passeggeri, ma di carattere prettamente meteorologico, riguarda quelli che in gergo popolare sono definiti vuoti d'aria. Tale definizione è piuttosto imprecisa e possiamo in un certo qual modo affermare che tali situazioni sono spesso normali, dal momento che i gas che formano l'atmosfera sono per natura sempre presenti: tuttavia è bene specificare che questo fenomeno è meglio noto come turbolenza. Tra le cause che ne provocano il verificarsi, specie in fase di decollo, ricordiamo gli spostamenti d'aria generati dalla partenza di un altro aeromobile: per questo motivo i controllori di volo autorizzano il successivo decollo dopo qualche minuto rispetto ad un'altra partenza. Durante il volo invece, la causa principale dei cosiddetti vuoti d'aria è da attribuirsi al cambio di direzione del vento, che può rendere la turbolenza tanto severa quanto è forte l'intensità dello stesso. Il verificarsi di questo genere di scossoni è facilmente prevenibile grazie al radar presente a bordo, motivo per cui in questi casi i piloti avvisano i passeggeri di allacciare preventivamente le cinture di sicurezza. Può paradossalmente verificarsi di imbattersi in una turbolenza imprevista, anche in condizioni di cielo sgombero da nubi o altri fenomeni meteorologici: si tratta di quella che in gergo tecnico è definita CAT, acronimo che sta per turbolenza in aria chiara e come è comprensibile, tale turbolenza non è prevedibile.
Tanto per le fasi di decollo che per quelle di atterraggio i piloti vengono opportunamente avvertiti da controllori di volo e dai rilevamenti strumentali di bordo dell'eventuale presenza di cosiddetti wind shear: si tratta di una improvvisa variazione di vento, particolarmente pericolosa in fase di atterraggio dal momento che tale massa d'aria può investire l'aeromobile tendendo quasi a spingerlo verso il suolo: inutile specificare che occorre prontezza di riflessi da parte dei piloti, per scongiurare conseguenze riiniziando la manovra di atterraggio.
In ultimo, non per importanza, ma tuttalpiù per la sporadica frequenza con cui possono verificarsi, annoveriamo le eruzioni vulcaniche, responsabili spesso della chiusura repentina dello spazio aereo di molti scali. La cenere vulcanica infatti è particolarmente dannosa per i motori degli aeromobili dal momento che può inceppare ed ostacolare il funzionamento dei sensori esterni dell'aeromobile e dei motori.
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